C’è un episodio che tutti i papà non vorrebbero vivere; una scena che solo a immaginarla terrorizza profondamente le mamme nelle notti insonni, aspettando un figlio che non arriva: è il fantasma della droga e delle sue conseguenze.
Molti genitori sono ragionevoli di fronte a droga e alcol, pensano che sia una specie di malattia infantile fumare spinelli e bere fino all’ubriachezza destinata a sparire con l’età. Ma la tossicodipendenza è una bestia infida e quando riesce a colpire non si fa vedere immediatamente.
Se un ragazzo ha cominciato a fumare spinelli solo il sabato, non ci metterà molto a estendere questa brutta abitudine anche agli altri giorni della settimana. Se una ragazza tira coca solo in discoteca, non passerà molto tempo che ne farà uso anche a scuola.
La parola tossicodipendente sembra un insulto, un marchio d’infamia che riguarda solo chi si inietta eroina, ma non è così.
Chiunque senta il bisogno irrefrenabile, fisico o mentale, di una sostanza tossica è tossicodipendente. L’età non ha niente a che vedere con la tossicodipendenza e nemmeno la sostanza e tossicodipendente non è una parolaccia.
Quando un figlio si droga abitualmente, anche a dodici anni, è tossicodipendente. Voler sminuire o essere ragionevoli con questa condizione è pericoloso e mette a rischio la vita del ragazzo o della ragazza.
Una volta chiariti i termini della questione si passa all’azione senza compromessi.
Per un figlio o una figlia tossicodipendente di qualsiasi età l’unico aiuto effettivo è un buon programma di riabilitazione in una struttura residenziale dove possa disconnettere dalla vita di prima per affrontare un poi di sopravvivenza e di successo, ma non è così facile perché loro possono credere di farcela da soli a vincere la tossicodipendenza.
Questa è la prima di altre cento giustificazioni per non andare in un centro di riabilitazione e continuare ad assumere la loro sostanza preferita.
D’altronde obbligare e costringere una persona in un luogo specifico è sequestro di persona, un reato penale, non importa quali buone intenzioni si possano avere. Allora come si può fare in modo che un figlio entri di sua spontanea volontà in un centro di riabilitazione?
Al Narconon Alfiere c’è un team d’intervento a domicilio che risponde al Numero Verde 800 170 779 che i familiari possono chiamare quando hanno visto che con i mezzi a disposizione non c’è stato modo di convincere loro figlio per una scelta salva vita, nonostante le ore spese e la buona volontà.
Il team d’intervento a domicilio è composto anche da un ex tossicodipendente che sa parlare la ‘lingua tossica’ e non si fa prendere in giro dalle giustificazioni della persona, anzi, gliele gira al mittente guadagnando così la sua fiducia.
La percentuale di successo del team d’intervento del Narconon Alfiere è vicina al 100% e questa è una via sicura per aiutare un figlio che si droga a riguadagnare la dignità e a tranquillizzare la famiglia dopo anni di sofferenze.