Aiutino’, questo è come viene chiamata la cocaina quando si chiede conferma a una persona ‘istruita’ se fa uso della polvere bianca.
Non una droga, ma un piccolo aiuto che risolve la stanchezza quando il chirurgo deve operare per la settima ora consecutiva o risveglia l’ispirazione all’architetto stanco.
Errore. È come trattare un cobra come una lucertolina perché la cocaina da l’impressione di essere gestibile facilmente, ma non lo è, indipendentemente a quale classe sociale o a quale professione appartenga chi ne fa uso.
L’aiutino si è trasformato in un trappolone dal quale sembra impossibile uscire.
Per compensare l’astinenza da cocaina si comincia a bere alcol e poi, per paranoie e altri gravi disagi che portano a veri e propri sintomi di malattia mentale, si può passare agli psicofarmaci.
A questo punto una persona che chiede aiuto per uscire dalla dipendenza da cocaina può essere vista come un pazzo e curata come tale.
Qui non vogliamo aprire il libro tragico della malattia mentale e dello psichiatra che la cura, ma è sufficiente dire che tali malattie non sono sostenute da nessun test scientifico (esame del sangue, elettroencefalogramma, ecc.) a provare la loro esistenza, così come le cure proposte non sono altro che tentativi (a volte diabolici) di far ‘stare buona’ una persona trattata come un mostro.
Il vero e unico mostro qui è la cocaina che una volta estirpata dalla vita di un individuo lo fa ritornare alla vita. Sbagliare bersaglio, la droga invece dell’uomo, può essere tremendamente pericoloso.
Nel programma Narconon tutta l’attenzione va sulla persona, dopo che alcol, droghe e i loro metaboliti tossici sono stati eliminati grazie a una disintossicazione naturale.
Alla persona vengono riabilitate quelle capacità che alcol e droghe avevano sepolto sotto strati di bugie e di tradimenti, fino a farla riemergere onesta e leale con se stessa, la famiglia dei suoi cari e l’ambiente intorno.