Il primo passo sulla strada della Tossicodipendenza

Se una persona sia predisposta geneticamente, biochimicamente o in altri modi alla dipendenza da alcol o droghe è una controversia dibattuta da anni nelle comunità mediche e scientifiche.

Una scuola di pensiero sostiene il concetto di malattia, abbracciando l’idea che la dipendenza sia una malattia ereditaria e che l’individuo sia quindi malato cronico, a livello genetico, pur avendo periodi più o meno lunghi di sobrietà.

Un’altra filosofia spiega la dipendenza come un doppio problema che consisterebbe in una dipendenza fisica e mentale da sostanze chimiche unita ad un disordine mentale preesistente (es. depressione, disturbo bipolare o altro).

Questo punto di vista sostiene che la cura del disordine mentale abbia la precedenza in quanto causa primaria della dipendenza. Una terza filosofia sottoscrive l’idea che la dipendenza da sostanze chimiche sia prodotta da uno squilibrio chimico del sistema neurovegetativo.

Resta il fatto che sebbene i risultati di ricerche diverse sostengano tutti quanti i concetti elencati qui sopra, nessuna di queste teorie è assoluta.

Oltre ai tre punti di vista già descritti, esiste una quarta scuola di pensiero che si è dimostrata maggiormente accurata. Tratta di come la vita sia influenzata dai meccanismi della dipendenza ed è universalmente applicabile, non importa quale ipotesi sia usata per spiegare il fenomeno della dipendenza da sostanze chimiche.

È tratta dalla ricerche dell’educatore statunitense L. Ron Hubbard, utilizzate da oltre cinquant’anni dal programma Narconon per la riabilitazione e la prevenzione delle tossicodipendenze.

Il ciclo della dipendenza inizia con un problema, un disagio o qualche forma di dolore fisico o emotivo che una persona prova e vive con molta difficoltà. Qui abbiamo una persona sostanzialmente buona, come è la maggior parte della gente, che ha incontrato un problema o un disagio e non è in grado di risolverlo.

Potrebbe trattarsi della difficoltà ad inserirsi in un contesto scolastico, per un adolescente o di una separazione o un divorzio, per un adulto. Potrebbe trattarsi di un disagio fisico come una gamba rotta, un mal di schiena o insonnia.

La persona che sta vivendo un tale disagio, ha un problema. Sente questo problema come una situazione preoccupante e persistente non riuscendo a trovare una soluzione o un sollievo immediato.

Noi tutti abbiamo vissuto situazioni del genere, in maggiore o minor misura. La differenza tra chi di noi diventa dipendente e chi no, in una situazione traumatica del genere, è dovuta alla presenza di una significativa pressione pro sostanze tossiche (farmaci, droga o alcol) esercitata da chi ha influenza su di noi.

L’effetto anestetico contro il dolore o l’intorpidimento emotivo generato da farmaci, droghe o alcol diventa una soluzione accettabile contro il disagio poiché, facendone uso, una persona si sente sollevata dalle sensazioni negative connesse al suo problema.

Non appena questo sollievo si manifesta, la persona inizia inavvertitamente ad assegnare un valore a quella sostanza o a quella bevanda alcolica che l’ha aiutata a stare meglio. Anche se il sollievo è solo temporaneo, la sostanza tossica viene adottata come soluzione al problema.

Il valore assegnato alla sostanza è l’unica ragione per cui la persona ne farà uso per una seconda, una terza volta, ecc. Oltre questo punto, è solo questione di tempo prima che chi beve alcolici o usa droghe perda la capacità di controllarne l’uso.

Non importa quanto autocontrollo una persona creda di avere, una volta iniziato l’uso abituale di droga, alcol o psicofarmaci per il loro effetto sollievo, si trova da qualche parte sulla strada chiamata dipendenza. La tossicodipendenza non è il punto d’arrivo, è la strada tutta intera.

Non aspettare un altro giorno, aiuta un tuo caro oggi stesso.
Chiama subito il numero verde 800-170-997

Un nostro specialista è ora disponibile per darti assistenza.