Quanto ci si mette per uscire dalla Tossicodipendenza ?

Quanto ci si mette per uscire dalla Tossicodipendenza

Il tempo è un soggetto arbitrario, anche se l’orologio sostiene il contrario, ma mezz’ora passata nella sala d’aspetto del dentista non è uguale a trenta minuti passati sul divano con chi amiamo.

Il tempo passa più o meno velocemente secondo dove e con chi lo stiamo passando e questo vale anche per la dipendenza da droghe o alcol, infatti per uscire dalla tossicodipendenza ci sono sostanzialmente quattro vie con durate differenti.

La prima fa un giro lungo, praticamente infinito, ed è la strada che sostituisce droga e alcol con altri farmaci: metadone, alcover e psicofarmaci vari.

Questa via è molto rischiosa perché espone chi la prende a una schiavitù farmacologica e ad una nuova fortissima dipendenza.

Chi ha provato sulla propria pelle un astinenza da eroina e una da metadone può confermare che la seconda, quella da metadone, è molto peggiore della prima, quella da eroina.

Sospendendo l’eroina i fenomeni fisici terminano in una settimana circa mentre con la sospensione del metadone possono durare un mese e più.

La depressione che accompagna un’astinenza da metadone è spesso intollerabile e questo spinge il tossicodipendente a drogarsi di nuovo con la sostanza preferita o con il metadone.

Non per niente questa sostanza è oggetto di spaccio come qualsiasi altra droga illegale.

Una completa disintossicazione fisica tramite farmaci può richiedere diversi anni.

Un’altra via è quella della preghiera e del lavoro. Anche questa è strada lunga parecchi anni. Il metodo antidroga non prevede nulla di chimico e di medico: solo lavoro, spiritualità e vita di comunità.

Qui si crede che la dipendenza sia frutto anzitutto di un disagio affettivo e di un cattivo rapporto con se stessi, con gli altri e con Dio. Recuperata l’armonia della persona e delle relazioni la dipendenza scompare, se uno vuole.

La terza via è quella psichiatrica. Qui Dio non c’entra proprio, ma viene sostituito dall’energia elettrica su una scala che va dal TMS (stimolazione magnetica transcranica) all’elettrochoc.

Questi metodi pretendono che una manipolazione elettrica del cervello spinga i pazienti a rinunciare a droghe e alcol come se fossero toccati da una bacchetta magica.

 Purtroppo la corrente elettrica non ha nulla di magico e la “cura istantanea” non è assolutamente garantita, senza voler scoperchiare gli orrori che segnano tuttora il campo psichiatrico e i suoi esperimenti.

Nella quarta via, quella del Narconon, il ciclo della dipendenza è visto come un problema, un disagio o qualche forma di dolore fisico o emotivo che una persona prova e vive con molta difficoltà.

Sente questo problema come una situazione preoccupante e non riuscendo a trovare una soluzione o un sollievo immediato cerca un sostegno nella droga o nell’alcol.

Anche se il sollievo è solo temporaneo, la sostanza è adottata come soluzione al problema. Il valore assegnato a questa è l’unica ragione per cui la persona ne farà uso per una seconda, una terza volta, ecc.

Oltre questo punto è solo questione di tempo prima che perda la capacità di controllarne l’uso. Poi cominciano i disastri. Guai in famiglia, al lavoro, grane legali e di salute…

In un centro Narconon ci vogliono circa cinque mesi di programma per rimettere la vita in ordine così che possa essere vissuta con serenità dalla persona e dai suoi cari; vita onesta e produttiva al lavoro, sobria e sana nel fisico.

Questo periodo è diviso in fasi che l’ospite del centro attraversa in modo naturale, senza alcun farmaco, con un’assistenza individuale da parte degli operatori che lo seguono amorevolmente e si assicurano dei suoi progressi per ciascuna fase del programma.

Nella prima fase l’obiettivo è quello dell’allontanamento dalle droghe e dall’alcol. La persona tossicodipendente o alcolista viene aiutata dagli operatori del centro ad affrontare l’astinenza ed i sintomi derivati con l’aiuto di vitamine prescritte dal medico, sostanze calmanti naturali ed un’assistenza personale 24 ore su 24.

Nella seconda fase l’obiettivo è la cura del fisico sottoposto allo stress di droghe ed alcol.

Attraverso un percorso specifico di attività fisica e saune con l’assunzione di vitamine sotto controllo medico (consulente del centro) e degli operatori specializzati, la persona affronta una tecnica di riduzione delle tossine residue delle droghe contenute nel corpo attraverso il meccanismo della sudorazione.

La terza fase del programma prevede corsi teorici e pratici di riabilitazione.

Questa fase ha inizio quando la persona si è ormai liberata dagli effetti negativi delle droghe ed è anche più vigile mentalmente; consiste in dialoghi individuali, seminari sulla comunicazione, sull’etica e sulla responsabilità verso sé stessi, la famiglia e la società. Ciò aiuta l’individuo a migliorare le sue abilità creando nuovi obiettivi alla sua esistenza.

Qui al Narconon Alfiere siamo convinti che il programma sia una pausa senza tempo tra la vita infernale della dipendenza e una vita nuova sotto tutti gli aspetti. Ed è proprio il tempo a dimostrarcelo con migliaia di vite salvate in oltre trent’anni

Non aspettare un altro giorno, aiuta un tuo caro oggi stesso.
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Un nostro specialista è ora disponibile per darti assistenza.

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